La strumentazione da laboratorio è un elemento di importanza fondamentale per la ricerca scientifica, per i controlli di qualità e nel settore biomedico.
Quest’ultimo, in particolare, è un settore nel quale sono numerosi i dispositivi utilizzati, soprattutto per quanto riguarda la diagnostica di laboratorio che, grazie agli avanzamenti tecnologici degli ultimi anni, ha fatto progressi notevolissimi, facilitando anche le decisioni sulle strategie terapeutiche da seguire. Si pensi, per fare un semplice esempio, alla citofluorimetria a flusso, tecnica che consente di ottenere informazioni dettagliate sulle diverse popolazioni cellulari
Data l’importanza della strumentazione da laboratorio in ambito biomedicale, analizziamo brevemente alcuni tra i dispositivi più usati.
Cosa tratteremo
Citometri a flusso
Il citometro a flusso è uno strumento tecnologicamente avanzato che permette di analizzare un numero elevato di cellule in tempi molto ridotti. Lo si impiega in immunologia, nella genetica e nella ricerca sul cancro. Tale dispositivo consente di raccogliere una grande quantità di dati utili alla diagnosi e all’impostazione delle terapie.
È costituito da tre elementi principali: sistema fluidico, sistema ottico e sistema elettronico.
Senza entrare troppo in dettagli tecnici, possiamo descrivere il funzionamento del citometro nel seguente modo: le cellule sono fatte passare attraverso un raggio laser che le fa emettere segnali luminosi dai quali si ricavano informazioni che, grazie a specifici software, consentono agli operatori di identificare diversi tipi e sottopopolazioni cellulari.
Centrifughe
Le centrifughe da laboratorio sono comunemente utilizzate nei laboratori scientifici. Il loro funzionamento si basa sul principio della forza centrifuga.
Se un liquido, come per esempio il sangue, viene centrifugato, si ha una separazione dei componenti del campione a seconda della loro densità. I componenti più densi o pesanti migrano verso il fondo del contenitore, mentre quelli di minore densità o più leggeri rimangono più in alto. In questo modo si separa il sangue in plasma, globuli rossi, globuli bianchi ecc. e si possono effettuare analisi specifiche.
Esistono diverse tipologie di centrifughe; le più comuni sono quelle da banco.
Autoclavi da laboratorio
L’autoclave da laboratorio è uno strumento di fondamentale importanza in ambito biomedico e microbiologico. È utilizzata per la sterilizzazione di una notevole varietà di strumenti, dagli strumenti chirurgici fino ad arrivare ai terreni di coltura. Le autoclavi raggiungono pressioni e temperature particolarmente elevate e sono in grado di effettuare una decontaminazione efficace in tempi molto rapidi.
Per la sterilizzazione, l’autoclave utilizza il vapore saturo; questa modalità di sterilizzazione a calore umido risulta molto efficiente poiché il vapore è in grado di trasmettere bene il calore e può mantenere le temperature idonee a una totale sterilizzazione del materiale per il tempo necessario.
Cappe a flusso laminare
Le cappe a flusso laminare sono strumenti utilizzati in ambito biologico per la protezione dell’operatore e dei campioni da agenti biologici, come per esempio i microrganismi patogeni. È uno strumento che riduce anche le probabilità di contaminazioni crociate. Sono due le principali tipologie: verticale e orizzontale.
Quelle a flusso laminare verticale si suddividono a loro volta in tre classi (I, II e III); tutte proteggono l’operatore e il campione su cui si lavora tranne le cappe di classe I che proteggono soltanto l’operatore.
Quelle a flusso laminare orizzontale, invece, servono soltanto a evitare le contaminazioni dei campioni e a mantenere la sterilità all’interno della cappa; sono utilizzate per lo più in quelle attività di laboratorio nelle quali il rischio per l’operatore non è particolarmente significativo.