Tra le vite dei santi che tutti noi conosciamo merita un interesse particolare quella, forse un po’ meno nota, di Brigida di Svezia.

La storia di questa donna aristocratica, proveniente da un paese molto lontano, si avvicenda sensibilmente con quella del nostro paese, più in specifico con Roma.

Ma andiamo per gradi a scoprire qualcosa in più sulla protettrice dei viaggiatori e copatrona d’Europa.

La vita familiare

Brigitta Birgersdotter nacque a Finsta, in Svezia, nel lontano 1303, da una famiglia aristocratica del luogo.

Numerose fonti dimostrano che le sue rivelazioni iniziarono in giovane età, ma decise di assecondare il padre nella decisione di avere una vita laica, sposando Ulf Gudmarsson dal quale ebbe otto figli.

A dieci anni infatti Brigida ebbe per la prima volta la visione mistica di Cristo e solo il padre la fece desistere dal prendere i voti.

Brigida trascorse l’infanzia tra gli studi e lo spiccato interesse per la politica della futura Europa, che andava a prendere pian piano forma.

Restava costante e immutabile il pensiero per la vita religiosa, che la portava a proseguire gli studi di letteratura mistica e l’interesse per le Scritture. 

La vita matrimoniale diede a Brigida felicità e stabilità, rendendola sposa e madre devota per oltre vent’anni: lei e Ulf fondarono un piccolo ospedale, assistettero i più poveri e divennero terziari francescani.

La vita religiosa

Alla morte del marito, avvenuta nel 1344, Brigida decise di indossare l’abito cinerino del Crocifisso, simbolo di povertà e di penitenza.

Partì per Roma in occasione dell’Anno Santo del 1350 insieme ad una delle quattro figlie femmine, Caterina.

Animata dall’amore per lo Spirito, la futura santa svedese fondò l’Ordine del Santissimo Salvatore, un ordine contemplativo femminile e maschile. Esso venne approvato nel 1370, ma ben presto eliminato dalla Riforma protestante in Europa.

La sede principale dell’ordine, ancora oggi attiva perché rifondata nel XX secolo dalla beata Maria Elisabetta Hesselblad, era il monastero di Vadstena, abbazia cistercense sita presso il lago Vättern.

Con l’avvento della Riforma fu saccheggiato e tutti i religiosi vennero dispersi.

La forza mistica di Santa Brigida

Questa figura, dotata di straordinaria forza e volontà, donò la sua vita ai poveri, unendosi e mischiandosi a loro.

Visitò in pellegrinaggio molti luoghi italiani, soprattutto sedi di reliquie di santi che la portò in Terra Santa seguendo le orme degli stessi luoghi in cui predicò Gesù.

Si ammalò proprio a Gerusalemme, ma fece in tempo a tornare a Roma.

Qui si spense il 23 luglio 1373, assistita dalla figlia Caterina alla quale aveva affidato l’Ordine del Santissimo Salvatore. Il 7 ottobre 1391 venne proclamata santa da Bonifacio IX.

Le sue reliquie sono conservate a Roma, nelle chiese di San Lorenzo in Panisperna e di San Martino ai Monti.

Il 1° ottobre 1999, Santa Brigida venne proclamata Compatrona d’Europa insieme a Santa Caterina da Siena e Santa Teresa Benedetta della Croce.

L’esperienza mistica che Brigida visse fu davvero straordinaria.

Gesù le si rivelò e, insieme a lui la Vergine Maria e alcuni tra i Santi. Tali rivelazioni furono dettate ai suoi padri spirituali e raccolte in seguito in otto volumi.

Le opere di Santa Brigida

Santa Brigida ci lascia le Quindici Orazioni sopra la passione di Gesù Cristo.

Si tratta di preghiere di adorazione e di contemplazione che si recitano per un anno intero, con promesse che riguardano la salvezza eterna della propria anima e di quella dei propri cari.

Il Rosario Brigidino

Ci regala inoltre il Rosario Brigidino, che ha in sè una particolare corona, chiamata anch’essa brigidina, perché la santa ne ebbe l’ispirazione e ne fu divulgatrice, ottenendo l’approvazione del papa Urbano V.

Questo rosario si recita in onore di Maria Vergine e in memoria dei sessantatré anni che Maria avrebbe vissuto sulla Terra.

La corona presenta colori diversi a seconda della preghiera da recitare: su ogni grano color oro si recita il Credo, su quelli argento il Padre Nostro e su quelli azzurri le Ave Maria.

Il Padre Nostro e il Credo si recitano alla fine di ciascuna decina.

Alla fine della sesta e ultima decina, sui grani di collegamento tra la corona e il crocifisso, si recitano invece: sul grano color argento il Padre Nostro, su quelli azzurri le Ave Maria. Si meditano i misteri Gaudiosi, Dolorosi e Gloriosi.